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Il volume ricostruisce la storia del notariato ad Arezzo tra XIV e XVI secolo, un periodo che in Italia fu contrassegnato da profondi mutamenti politici e sociali che interessarono in modo significativo anche la professione notarile. Per quanto concerne Arezzo, in particolare, mentre la città perdeva la propria autonomia e passava, attraverso vicende complesse e drammatiche sotto la dominazione fiorentina, si manteneva integra, invece, la consapevolezza del suo ceto dirigente di poter rivestire ancora un ruolo di spicco tramite l'esercizio dell'ars notariae.
L'Autore passa in rassegna l'apparato normativo che disciplinava l'esercizio della professione e la struttura ed il funzionamento del collegio corporativo che riuniva i notai e i giuristi aretini, per poi trattare del coinvolgimento del ceto notarile nella vita politica cittadina e del livello culturale, delle condizioni economiche e della posizione sociale di larga parte dei notai aretini.
Dal punto di vista della Storia del diritto, particolare attenzione viene dedicata da un lato alla cultura giuridica del notariato aretino, e dall'altro all'esercizio della funzione notarile al servizio di enti quali il comune e la curia vescovile, anche attraverso la ricostruzione del formulario utilizzato dai notai che operavano in qualità di attuari episcopali, sottolineando a tal proposito le numerose analogie esistenti tra le formule aretine ed i formulari all'epoca più diffusi, tra i quali si annoverano quelli di Rolandino Passeggeri, Salatiele, Martino da Fano e Ranieri da Perugia.
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