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Il tempo trascorso dalla prima edizione, nel 1992, di questo libro è segnato da
una « frattura » dell'ordine sistematico inscritto nella forma-codice
qualitativamente diversa da quelle che l'avevano preceduta
nel corso del Novecento. Ancora per tutti gli anni Ottanta del secolo
passato il discorso si svolge intorno alla « proposta della neoesegesi» , nell'orizzonte euristico e assiologico della sovranità
unitaria e indivisibile degli stati-nazione e del Sistema 'benché
frammentato e policentrico' che ne è la proiezione sul piano del
diritto privato. Ma lo scenario muta radicalmente da quando l'opposizione
tra diritto codificato e « diritti secondi » si declina
prevalentemente secondo la logica propria di un sistema diverso, in
un certo senso parassitario, perché si avvale del diritto dei contratti
come del fronte privatistico della guerra ai fallimenti del mercato.
La risposta di Lina Bigliazzi Geri a questo problema ci sembra
oggi perfino più dirompente, attuale, necessaria di quanto non fosse
venti anni fa: interpretazione secondo buona fede come principio di
interpretazione evolutiva del contratto, nel contesto di un'ermeneutica generale dell¿interpretazione del diritto: « in definitiva, la valutazione
della portata obbiettiva del 'fatto' stesso per coglierne il
'valore' e, così, meglio comprenderlo, se è vero che un problema di
ermeneutica si pone sia con riguardo alla legge che al contratto ed in
termini, tramite strumenti e con esiti affatto analoghi ».
Questa risposta viene riproposta oggi ai lettori inalterata, con
appena gli aggiornamenti bibliografici e giurisprudenziali necessari
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