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Attraverso l¿opera in esame si intende mettere in luce (anche attraverso l¿
esame dell¿esperienza comparata) il fenomeno dell¿ingerenza nella gestione
delle società di capitali, con specifico riferimento al profilo della
responsabilità di chi si ingerisce e degli stessi amministratori che in vario
modo abbiano favorito l¿ingerenza con pregiudizio per la società.
Posto che talune ipotesi di ingerenza sono riconosciute e spesso favorite
dall'ordinamento in ragione della meritevolezza della loro funzione, si
tratterà di capire se gli strumenti dallo stesso previsti per far fronte agli
abusi da ¿eterogestione¿ (e quindi la responsabilità da amministrazione di cd.
fatto, da direzione e coordinamento e quella di cui all'art. 2476, comma 7, c.
c.) siano in grado di adeguatamente mediare tra le ragioni punitive e quelle di
deterrenza, da un lato, e l¿intento di favorire (o comunque non inutilmente
disincentivare) tali condotte partecipative, dall'altro.
Solo all¿esito di tale indagine, sarà possibile verificare se queste ultime
previsioni, in ragione della relativa ratio e dei rispettivi presupposti
applicativi, possano fondare modelli di disciplina di carattere più generale,
per colpire ulteriori ¿atti¿ o ¿attività¿ di ingerenza non riconducibili ad
alcuna specifica normativa.
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