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L'opera intende approfondire i difficili intrecci tra fiscalità nazionali e sistema tributario comunitario, muovendo dal presupposto della prevalenza del diritto comunitario e dalla constatazione che occorra una coesistenza tra diritto comunitario, spesso collocato sul piano dei principi, e diritti interni che, pur se subordinati, sono più precisi e forniscono quelle necessarie certezze ai milioni di cittadini europei.
Il libro evidenzia la necessità che i tributi non alterino gli scambi intracomunitari e quindi non ostacolino la creazione del mercato unico ed il suo corretto e concorrenziale funzionamento. Si giustifica quindi che la normativa CE sia analitica in materia di Iva ed abbia avocato a sé le imposte doganali, ma non abbia introdotto alcuna disposizione strutturale in materia di imposte sui redditi.
Vengono affrontati anche gli argomenti relativi alle simmetrie tendenziali impositive e alla continuità dei valori fiscali, costituenti elementi centrali della fiscalità moderna e difficili da gestire quando sono trasposti a livello europeo e viene evidenziato il notevole sforzo della Corte di giustizia CE nel ruolo di verifica della compatibilità degli ordinamenti tributari nazionali con quello comunitario ed in particolare con il rispetto delle libertà previste dal Trattato CE.
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