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Gran parte delle vertenze giudiziarie del settore agrario ruota attorno alla compravendita di fondi agricoli.
Il diritto di prelazione, riconosciuto a favore di determinati soggetti collegati al fondo alienato da un rapporto contrattuale (affittuari, coloni o compartecipanti) o dalla mera vicinanza (proprietari di terreni confinanti) è all'origine di una frequente litigiosità, accresciuta in parte dall'esistenza di un testo legislativo che offre lo spunto a diverse letture interpretative.
L'indispensabile ricorrenza di particolari requisiti nel prelazionante, il quale deve dedicarsi direttamente e abitualmente all'attività agricola, coltivare il fondo da almeno due anni, non aver venduto in tale biennio fondi propri, possedere l'adeguata capacità lavorativa, l'obbligatorietà della denuntiatio del contratto preliminare da parte del proprietario alienante, la succedaneità del diritto di riscatto alla prelazione in caso di trasgressione del dovere di comunicazione, la molteplicità di ipotesi di esclusione della prelazione, rendono l'istituto in parola di complessa applicazione.
Con riferimento a tali aspetti, il volume considera la giurisprudenza e la dottrina che si sono venute formando nell'interpretazione di questo istituto.
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