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Il volume è opera nuova e originale nella quale l'autrice ricostruisce la figura del notaio romano capitolino tra la seconda metà del Trecento e gli inizi del Seicento inserendola nei rapporti tra i due poteri istituzionali romani, quello del pontefice e quello del Comune, attraverso l'esplorazione e l'analisi delle fonti notarili per la maggior parte inedite conservate nei due grandi archivi romani: l'Archivio di Stato di Roma e l'Archivio Capitolino.
Dopo un ampio inquadramento del notaio nella vita istituzionale e culturale della città di Roma, il libro approfondisce la preparazione professionale del notaio e la sua funzione con l'esame della vastissima produzione dei suoi atti e negozi giuridici che venivano richiesti da famosi cardinali, da ricchi mercanti romani e forestieri, da famiglie della grande aristocrazia feudale, dalla nuova nobiltà cittadina e dal resto della popolazione romana e immigrata.
Il taglio istituzionale e storico del volume si presenta come un nuovo contributo sull'istituzione del notariato romano.
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