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Il lavoro indaga la disomogeneità del diritto positivo in tema di regimi di impugnazione delle decisioni degli amministratori di s.p.a. (art. 2388 c.c.) e di s.r.l. (art. 2475 bis c.c.).
Il dato normativo non è risultato riflettere una corrispondente disomogeneità di interessi ed esigenze di tutela nei due tipi societari; nei quali, anzi, si rinvengono analoghe istanze di salvaguardia, tanto della conformità delle decisioni degli amministratori alla legge ed allo statuto; quanto dei diritti dei soci, suscettibili - nell'uno e nell'altro tipo - di essere lesi da decisioni efficaci degli amministratori.
L'omogeneità degli interessi, e la meritevolezza di una loro tutela anche nel tipo a responsabilità limitata, ha indotto a valutare la capacità di supplenza di rimedi alternativi a quello impugnatorio, al fine di verificare se il sistema normativo si limiti a differenziare, non già il grado o l'entità della tutela, bensì, le mere forme della stessa. Tale analisi ha consentito di evidenziare come il ricorso a rimedi alternativi di diritto comune e/o interni al tipo s.r.l. non scongiuri la permanenza di ingiustificati vuoti di tutela, ai quali soltanto l'operatività di un generale rimedio impugnatorio pare poter sopperire. In tale prospettiva, si è cercato di delineare un criterio selettivo del regime in concreto applicabile a diversi tipi di decisioni degli amministratori di s.r.l., ponendo in special modo a raffronto quello di cui all'art. 2388 c.c. con quello di cui all'art. 2479 ter c.c.
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