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Il tema delle indicazioni di qualità degli alimenti è divenuto un terreno di scontro economico e politico tra gruppi di Stati; il negoziato si è quindi radicato in seno prima alla WIPO, poi al WTO, all'UNESCO ed è infine tornato a costituire oggetto di accordi bilaterali (c.d. TRIPs plus). Sul piano regionale la UE ha poi istituito sistemi di registrazione comunitaria di alcuni segni di qualità degli alimenti ed ha regolato tendenzialmente in via esclusiva i relativi diritti di proprietà intellettuale. I territori e le collettività che hanno costituito nel tempo indicazioni di qualità degli alimenti le valorizzano inoltre anche al momento dell'esportazione ed aspirano alla loro protezione all'estero. Ne sorgono situazioni soggette al diritto internazionale privato e processuale, su cui merita soffermarsi perché riguardano (anche) "privative" sovranazionali costituite dalla registrazione comunitaria, per le quali il diritto CE vuole regolare tendenzialmente in via esclusiva i "suoi" diritti di proprietà intellettuale introducendo talora norme specifiche di diritto internazionale privato, in ordine alle quali occorre chiedersi se valga anche il principio di territorialità; e perché alcuni Stati applicano alle indicazioni di qualità il principio di territorialità, mentre altri adottano il diverso criterio dello Stato di origine dell'indicazione di qualità.
Il volume nasce dalla collaborazione fra i Curatori, che ha portato a realizzare un incontro italo-spagnolo - che si è svolto nella sede milanese dell'Università Iulm dal 27 al 29 novembre 2008 - sul tema dedicato alle "indicazioni di qualità dei cibi nella UE" e di cui il libro pubblica gli atti.
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