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A seguito della liberalizzazione dei cambi, avvenuta alla fine degli anni '80, il Legislatore, nel timore che ingenti capitali venissero
trasferiti illecitamente all'estero, ha posto in essere un complesso sistema di controllo, noto come "monitoraggio fiscale", spesso
eluso negli ultimi trent'anni, tanto che ad oggi si stima che oltreconfine siano allocati più di 200 miliardi di euro, di cui l'80% circa
in territorio svizzero.
Le circostanze sopra descritte, però, stanno subendo, negli ultimi anni, un deciso mutamento. In primo luogo, lo scenario internazionale
è oramai definitivamente proiettato verso lo scambio automatico delle informazioni fiscali e l'abbattimento del "segreto bancario".
Gli stessi intermediari finanziari esteri, inoltre, nel tentativo di uscire dalle black list, sono sempre meno disposti a contribuire
alla difesa degli interessi dei propri clienti.
In tale rinnovato quadro, il Legislatore (Legge 15 dicembre 2014, n. 186) ha preparato il terreno per concedere a coloro che hanno accumulato
disponibilità economiche occulte all'estero quello che da più parti è stato definito "l'ultimo treno per la regolarizzazione",
ovvero la recente disciplina della voluntary disclosure - estesa durante i lavori parlamentari anche a tutte le forme di "infedeltà domestica"
- basata su un concetto profondamente diverso rispetto ai precedenti condoni o scudi fiscali: emersione totale e dettagliata,
niente anonimato, pagamento di tutte le imposte sottratte a tassazione, sconto sulle sanzioni (anche penali).
Il presente lavoro, quindi, analizza in maniera organica la complessa disciplina del monitoraggio fiscale, profondamente rivisitata dalla
recente legge europea del 2013, illustra le nuove piattaforme dello scambio di informazioni in ambito internazionale, soffermandosi
anche sui nuovi accordi FACTA di matrice statunitense e dettaglia la disciplina sul rientro dei capitali dall'estero (c.d. "voluntary disclosure"),
estesa anche alle attività in nero detenute in Italia, arricchita dall¿analisi del reato di autoriciclaggio, che fa il suo ingresso
per la prima volta nell'ordinamento italiano.
Il dubbio, però, rimane: sarà davvero l'ultima chance per gli evasori?
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