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Il tema della responsabilità degli organi gestori e controllori di enti collettivi - da sempre oggetto di vivace dibattito e di contrastanti interpretazioni - risulta oggi di estrema attualità, dando costante adito a nuove riflessioni in ragione del continuo mutare del quadro di riferimento, sostanziale e normativo. L'esperienza insegna che lo scrutinio della condotta di amministratori, sindaci, direttori generali, liquidatori e revisori viene frequentemente in evidenza nel contesto concorsuale, allorquando il curatore fallimentare, sostituendosi ai soci ed ai creditori, promuove azioni di responsabilità finalizzate a conseguire il ristoro dei danni cagionati per effetto della violazione dei doveri prescritti dalla legge oppure dall'atto costitutivo e dallo statuto di un ente collettivo. Gli Autori, tenendo conto delle recenti modifiche introdotte dal d.l. n. 83/2015, conv. in l. n. 132/2015, svolgono un'analisi a doppio pettro: il primo analizza quali possano essere le linee guida comportamentali degli amministratori anche nelle situazioni c.d. distressed; il secondo esamina, da un punto di vista più strettamente pratico le modalità di calcolo di un danno azionabile nei confronti degli organi degli enti collettivi, le sue declinazioni matematiche e finanziarie in base alle singole fattispecie rilevanti, la possibile struttura di un atto introduttivo di un giudizio di responsabilità, cautelare ed ordinario e le principali modalità di verifica peritale delle contestazioni mosse in sede di giudizio per negligente gestione o controllo di un'attività di impresa.
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