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Al giorno d'oggi, l'impatto del diritto dell'Unione si avverte in tutti i settori del diritto. Oltre ad ambiti per
i quali il diritto unitario rappresenta da molti anni una presenza rilevantissima (diritto societario, diritto
della proprietà industriale, commerciale e intellettuale, diritto del lavoro, diritto dei contratti pubblici,
diritto delle imposte indirette, diritto dei trasporti e della navigazione, diritto internazionale privato e
processuale, diritto dell'immigrazione), in tempi più recenti si è sviluppato un corpus di norme europee
di grande importanza nel campo del diritto e della procedura penale e persino in quello del diritto
di famiglia. Basti pensare al mandato d'arresto europeo e alla appena approvata Procura europea o
EPPO, secondo l'acronimo inglese. Oppure ai vari regolamenti adottati nell'ambito della cooperazione
giudiziaria in materia civile e commerciale che hanno ad oggetto rapporti di tipo familiare. Non meraviglia pertanto che si incontrino contenuti di derivazione unitaria in quasi tutte
le materie insegnate nel quadro nei corsi di laurea delle Università italiane ed europee che abbiano un contenuto giuridico. In questo contesto, il compito riservato a studiosi che
si dedicano specificamente al Diritto dell'Unione europea è quello di presentare il fenomeno giuridico
dell'integrazione in maniera completa e ordinata, secondo una sistematica quanto più possibile chiara
e accessibile. Si tratta ormai di un compito arduo, considerando lo sviluppo massiccio che il diritto
dell'Unione europea ha conosciuto in quasi settant'anni di vita. Un compito che nondimeno è necessario
assolvere e che può essere svolto solo dagli "specialisti", da coloro che hanno osservato e studiato
il fenomeno nel suo continuo divenire: dalla Dichiarazione di Robert Schuman del 9 maggio 1950
alla Brexit; dalla Carta dei diritti fondamentali al parere 2/13 della Corte di giustizia sull'adesione alla
CEDU; dalle sentenze "pionieristiche" sui casi Van Gend & Loos e Costa c. Enel, alla "saga" sul caso
Taricco, conclusasi, per ora, con la sentenza della Corte di giustizia del 5 dicembre 2017, cioè pochi
giorni prima dell'uscita della presente edizione. Il volume segue un discorso basato in gran parte sulla
giurisprudenza. Numerosissimi sono i casi citati della Corte di giustizia dell'Unione europea, della Corte
europea dei diritti dell'uomo e delle Corti costituzionali degli Stati membri maggiori. I leading cases
non sono soltanto richiamati per i principi di volta in volta affermati, ma descrivendo la materialità degli
aspetti di fatto e di diritto che ciascun caso presenta. La Sesta edizione si avvale, come la precedente,
della collaborazione di Stefano Amadeo, Giacomo Biagioni, Cristina Schepisi e Fabio Spitaleri.
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