La memorizzazione locale sembra essere disabilitato nel tuo browser.
Per la migliore esperienza sul nostro sito, assicurati di attivare la memorizzazione locale nel tuo browser.
Il "catalogo" dei diritti si arricchisce continuamente, a volte anche in modo disordinato, in una sorta di competizione tra legislatore e giurisprudenza nell'accogliere o respingere molteplici aspettative di persone singole e gruppi sociali, non sempre rappresentative delle esigenze dei più deboli: questi ultimi non hanno voce per reclamare status e riconoscimenti, e sono spesso costretti a inseguire un proprio diritto come fosse un semplice desiderio. Nel frastuono generale la loro voce, il loro corpo, la loro mente appaiono meno potenti ai superficiali e ai distratti, siano essi persone, burocrazie, istituzioni. Sono gli "indifesi", a causa di situazioni permanenti o temporanee che accompagnano la loro vita o ne contrassegnano particolari momenti. Nasce da qui l'idea dell'Ordine degli avvocati di Milano di compilare il Codice dei diritti degli indifesi. Abbiamo scelto tre ambiti, nei quali il protagonista è almeno potenzialmente indifeso, anche senza aver subito atti specifici; o per aver subito atti che, oltre al danno e al dolore, spesso incancellabili, creano una situazione di disagio, solitudine, spesso di silenzio e mancata denuncia. Abbiamo rivolto lo sguardo innanzitutto alle persone con disabilità, destinatarie di una legislazione evoluta ma non sempre conosciuta e attentamente applicata; poi ai minori, al centro di una vastissima legislazione a tutela dell'infanzia e dell'adolescenza, nonché del diritto a crescere in famiglia. Ma su di loro gli adulti riversano incapacità, mancanza di affetti, conflitti irrisolti, antichi traumi e insane pulsioni; infine, alle vittime di violenze legate prevalentemente al genere e alle irrisolte relazioni familiari e affettive. Sono soprattutto donne, ma non solo donne, che continuano a subire molte forme di sopraffazione e devono opporsi al mancato rispetto della loro dignità, per l'incapacità altrui di essere riconosciute come persone che hanno il diritto di manifestare liberamente volontà, consensi e rifiuti.
(dalla Presentazione di Remo Danovi, Presidente dell'Ordine degli avvocati di Milano)
Prodotti correlati