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Il volume ricostruisce la vicenda storica
dell'istituto del fallimento, formatosi come
trattamento punitivo dell'insolvenza. Una
dura lezione somministrata a tutela dei diritti
dei creditori: prima al mercante medievale,
poi al commerciante ottocentesco
ed oggi all'imprenditore.
Il diritto fallimentare, chiuso nella vecchia
idea dell'insolvenza del debitore, trascura
la complessa realtà dell'impresa e non
si avvede dei molti altri soggetti coinvolti
nell'attività economica in crisi e interessati
alla ristrutturazione: i lavoratori preoccupati
dell'impiego, i fornitori interessati alle
somministrazioni, le imprese dell'indotto
attente ai rapporti con l'impresa cliente.
Nella scena giuridica domina la relazione
tra imprenditore insolvente e creditori delusi.
Spetta ai creditori decidere il destino
dell'impresa. Tutti gli altri soggetti messi
in pericolo da quella crisi economica restano
nell'ombra. Il diritto, dimentico
dell'impresa, si dimentica anche di loro.
Ecco emergere - impellente - la domanda
sugli scopi a cui dovrebbe tendere il diritto
fallimentare: ancor oggi tradizionalmente
concepito come 'diritto dell'insolvenza imprenditoriale',
piuttosto che come 'diritto
della crisi economica dell'impresa'.
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