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La recente regolamentazione normativa dei rapporti paraconiugali rappresenta, attraverso la tipizzazione del contratto di convivenza, uno snodo fondamentale nel percorso evolutivo inteso a ridefinire, de iure condito, l'ambito di operatività dell'autonomia privata nella disciplina delle relazioni familiari. L'odierno modo di concepire, in materia, la tensione dialettica tra libertà e responsabilità dischiude al precetto di elaborazione pattizia un più ampio margine applicativo sul versante del fisiologico svolgimento della vicenda intersoggettiva, ancor prima che su quello della sua patologia, sì da alimentare un rinnovato confronto tra l'autonomia e l'eteronomia di fonte legale o giudiziale. A tale stregua, il contratto, finalmente riconosciuto come stilema concettuale del diritto delle famiglie, acquista la dignità di referente regolativo idoneo a conquistare spazi tradizionalmente presidiati dalla legge e dal giudice. Lo scritto si prefigge di analizzare non solo il quadro delle attuali concretizzazioni contenutistiche dell'atto di privata autonomia in materia, secondo la rappresentazione ex iure, ma anche di illustrarne le potenzialità ricavabili in via di interpretazione, ovvero additabili in chiave prospettica.
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