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L'Autore presenta un rapporto sulla giustizia, immaginando di rappresentare
alle giovani generazioni le tante negatività che affliggono il nostro paese. Le leggi
sono insufficienti a dare certezze, l'illegalità è diffusa, le violenze di genere riempiono
le cronache quotidiane, il razzismo e il bullismo sono fenomeni che si presentano
perfino negli stadi e nelle scuole. Anche il lavoro è molto spesso breve e precario,
se non mancante, e l'ambiente non viene rispettato ma anzi alterato da cataclismi
naturali e disastri provocati dall'uomo. Vi sono tuttavia i mezzi per migliorare la
condizione. Conoscere, comunicare, partecipare sono gli stimoli che dovrebbero
contagiare tutti per far riscoprire l'etica e il rispetto delle persone. È questo il senso
della giustizia, che deve accompagnare l'applicazione pratica delle leggi e le decisioni
dei giudici, per fondare una città giusta.
Il rapporto viene consegnato senza porre domande. Ma è il destinatario che
risponde, nell'epilogo del libro, descrivendo un futuro anche peggiore del presente,
guidato dalle macchine e dalle intelligenze artificiali, nella carenza delle risorse.
Rimane il "latente amore per il giusto", l'idea confortante su cui si deve contare,
sempre, per dare luce a ogni avvenire.
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